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Cattedrale dei
Santi Maria e Donato Passeggiare per Murano, può riservare sorprese ed emozioni superiori alle attese. La storia del marchio Murano legata al vetro ha spesso posto in secondo piano il valore artistico che pregna questa isola. Capita così che la Basilica dei Santi Maria e Donato possa risultare una scoperta accessoria nell'isola quando potrebbe essere il motivo per cui si prende un motoscafo dell'Actv per recarsi a Murano. La Basilica di San Donato fu fondata nell'VIII secolo. La attuale struttura fu riedificata attorno al 1125 a sostituire la precedente. La chiesa è a pianta esagonale con una facciata molto semplice, nel tipico modello delle basiliche di origine ravennate, costituisce uno dei maggiori esempi di architettura religiosa. La chiesa in origine fu dedicata alla Madonna e solo in un secondo tempo a San Donato: si distingue per il fatto che la parte posteriore, ossia l'abside è rivolta verso il Canal Grande mentre il prospetto principale è rivolto all'interno (orientato verso levante). L'interno è a tre navate e il mosaico bizantino del pavimento presenta splendidi motivi ornamentali e figurazioni animali simboliche. |
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San
Stae![]() La
chiesa di San
Stae è una rarità a Venezia: si presenta con la
facciata e il campo volte al Canal Grande.
Nel presbiterio sono
conservati i dipinti degli apostoli
commissionati ai
maggiori artisti del Settecento grazie ad un lascito di Andrea Stazio.
Fra questi, di grande rilievo: San Giacomo condotto al Martirio di Giambattista Piazzetta, e la Liberazione di San Pietro di Sebastiano Ricci, tutti della prima metà del secolo XVIII. |
Nel primo altare a sinistra
sono in bella evidenza i Santi
Caterina e Andrea di Jacopo
Amigoni (inizi XVIII secolo).
Degni di grande atenzione
sono anche Sant’Eustachio in
prigione di Bartolomeo
Litterini
(inizi XVIII secolo) e L’imperatore
ordina di sacrificare agli idoli di Giambattista Pittoni (inizi XVIII
secolo) che si trovano nella sacrestia.
![]() Vera attrazione
mondiale tra i quadri è comunque
il Martirio
di San Bartolomeo eseguito da Giambattista
Tiepolo che ben
racconta dell'arte del pittore.
(segue) |
Palazzo Mocenigo Nella pianta originale di
Jacopo de' Barbari (1500) si ha
documentazione dell'edificio di San Stae che all'epoca si presentava a
base quadrata con cortile al centro.
In seguito il palazzo venne ampliato dai discendenti di Nicolò che acquistarono le proprietà adiacenti. <>L'aspetto che conserva attualmente risale probabilmente all'inizio del XVII secolo. Le due facciate, quella sul rio e quella sulla "salizada", sono volutamente simili. Nel 1945 palazzo Mocenigo
di San Stae, con l'archivio e parte degli
arredi, fu donato per disposizione testamentria al Comune di Venezia da
Alvise Nicolò, ultimo discendente della nobile famiglia
veneziana,
affinché venisse utilizzato "per
Galleria d'Arte, a completamento del Museo Correr".
Sul finire degli anni
settanta, pervenirono ai Musei Civici le stanze del primo
piano nobile. |
![]() Nel 1985, dopo consistenti interventi di restauro, l'appartamento Mocenigo con le decorazioni ad affresco e gli arredi, per lo più settecenteschi. venne aperto al pubblico come museo. Nello stesso anno venne istituito a palazzo Mocenigo il Centro Studi di Storia del Tessuto e del Costume: gli uffici e la biblioteca specializzata vennero ospitati nelle stanze del primo piano nobile. Gli altri piani del palazzo sono ancora come li aveva lasciati Alvise Nicolò Mocenigo, divisi in appartamenti e gestiti dall'Assessorato alla Casa del Comune di Venezia. |
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