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Ca' d'Oro Il gotico veneziano che caratterizza molti degli edifici più famosi della città lagunare vede -tra il trecento e il quattrocento- la tendenza a proporre una forte connotazione nelle decorazioni. La Ca’ d’Oro rappresenta l’esempio più evidente e sfrazoso. Il palazzo fu fatto costruire da Marino Contarini, ricco mercante, tra il 1421 (secondo altre fonti nel ’24) e il 1440. Alla sua realizzazione hanno collaborato i più importanti artisti e architetti di quei giorni: Marco d'Amadio - probabilmente il progettista - Matteo Raverti, Giovanni e Bartolomeo Bon, autore quest'ultimo anche della vera da pozzo nel cortile, affiancato da numerose collaboratori e dal pittore Zuane de Franza, autore della doratura di alcuni elementi archittonici (cui deve il nome la casa) e della policromia delle decorazioni, oggi andata perduta. Per ricostruire le varie collaborazioni e l’intrecciarsi di idee c’è stato bisogno di ritrovare un libro mastro di Marino Contarini, conservato all'Archivio di Stato di Venezia. |
Così si sono potuti inquadrare e seguire i lavori e di rintracciare le varie personalità impegnate nell'impresa. Ricostruita
sulla pianta della precedente dimora veneto
bizantina,
con effetto rivoluzionario, furono aggiunte le tre logge sovrapposte:
più lineare la prima, quella sull’acqua, con una diversa
decorazione
nei due piani superiori. Il coronamento a guglie di diverse altezze
alternate che sormonta il cornicione, costituisce un ultimo slancio.
Tutta la facciata è rivestita di marmi venati sottolineata dal marmo rosso di Verona, utilizzato anche in tre colonnine della seconda loggia. Dalla parte della calle, un alto muro merlato separa la corte dalla calle. |
Dopo
la morte del Contarini,
la Ca d' Oro passò di
mano in mano,
non sempre in mani capaci di gestire l’unicità del palazzo.
Così negli anni Ca’ D’Oro subì trasformazioni interne che ne caratterizzarono un forte degrado fino a che alla fine dell' Ottocento, venne restaurata da Giovanni Battista Meduna, che volle misurarsi con gli architetti del quattrocento, perdendo il confronto… Acquistata
nel 1894 dal
barone Giorgio Franchetti, la Ca' d' Oro venne
liberata delle fantasie del restauro-Meduna. Viene riportata, per
quanto possibile, allo stato quattrocentesco, e con l' aggiunta negli
interni nel portico terreno, del mosaico pavimentale, realizzato su
modello dei mosaici marciani, e del rivestimento bicromo in marmo
bianco e rosso delle pareti.
Attualmente viene ospitata all'interno della Ca' d'Oro la galleria Franchetti: ricca di opere pittoriche di primo livello conta su firme del livello di Vivarini, Carpaccio, Tintoretto, Van Dyck, Van Eyck, Tiziano, Guardi oltre al giustamente famossimo San Sebastiano di Mantegna. La magistrale presentazione in web può fornire ulteriori e utili notizie sulla attività della galleria: paginaweb. |
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Santa
Maria dei Miracoli |
Chiesa della Salute | ||
Questa piccola chiesa vanta un palmares unico nel panorama cinematografico. Ogni set a Venezia presenta almeno una scena davanti o dentro a questa chiesa costruita fra il 1481 e il 1489. L’edificio fu dedicato alla Madonna a seguito della proclamazione del culto di Maria Immacolata da parte di Papa Sisto IV° nel 1477 e, in seconda istanza, legato ad un’immagine della Madonna che, posta fin dal 1408 all’angolo di una casa in Corte Nova, serviva anche per illuminare la strada di notte... (segue)
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Il 21 novembre di ogni anno Venezia vive la sua festa religiosa più intima. La visita alla madonna della Salute è il tradizionale pellegrinaggio dei veneziani devoti ala Madonna cui più volte assegnarono le sorti sanitarie. In particolare la Basilica della Salute venne eretta per richiamare la benevolenza divina contro la peste che stava decimando la popolazione nel agli inizi del 1600: era il 22 ottobre 1630 quando il doge Nicolò Contarini pronunciò il voto pubblico di erigere una chiesa intitolata alla Salute, chiedendo l’intercessione della Vergine Maria per porre fine alla pestilenza. La prima pietra fu posata con la peste ancora in piena attività e fu consacrata nel 1687. |
Se Venezia ricorreva alla Madonna, contemporaneamente Milano, flagellata anch’essa dalla pestilenza descritta dal Manzoni nei Promessi sposi, si dedicava ai processi agli untori. Tempio a pianta centrale. Coperto da una cupola imponente caratterizzata dalle volute che fungono da contrafforte. Esternamente la pianta ottagonale si evidenzia con gli otto prospetti architettonici di cui il più imponente è quello corrispondente alla facciata principale, caratterizzata da un imponente portale ed esaltata dall’ampia scalinata. L’interno è maestoso, solido, robusto, con arcate divise da colonne composite. (segue)
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