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La Scuola della Misericordia nel progetto originale commissionato al Sansovino avrebbe dovuto per imponenza il più importante edificio a Venezia. Le dimensioni stesse della Scuola spiccano nei confronti della minuta edilizia civile veneziana e ci indicano le vere e reali intenzioni di grandiosità: la sala destinata alle riunioni dei confratelli al primo piano è seconda per dimensione solo alla Sala del Maggior Consiglio a Palazzo Ducale. Al momento della realizzazione a Venezia è in corso una competizione acre tra le varie confraternite, volte a dar la miglior immagine per attrarre confratelli e denari. È la seconda metà del '500. Il progetto sansoviniano non si distingue solamente per l'inusuale volumetria ma soprattutto per l'unicità della soluzione prevista per la copertura del piano nobile: egli, infatti, propose una copertura a volta in pietra molto lontana dalla tradizione architettonica lagunare. Una soluzione fantasiosa e ardita, unica, eccezionale, per una "fabrica" che si prospetta come meravigliosa. Purtroppo le svariate vicende belliche in cui Venezia fu coinvolta, le carestie, le pestilenze, i continui cambiamenti di programma dovuti alla mancanza di una committenza duratura a cui far riferimento, fecero sì che del progetto originale del Sansovino venne realizzato solo l'impianto strutturale. |
La struttura si è così ammantata di una aura nera e, nonostante il drastico ridimensionamento, servirono praticamente due secoli solo per completarla. Poi toccò in sorte alla struttura l'essere destinata, con le successive occupazioni, alle più svariate funzioni (ospedale, centro raccolta, deposito...), senza che mai alcuna potesse rendere giustizia all'importanza artistica e monumentale che l'edificio richiedeva. Per assurdo ha raggiunto la massima notorietà per "l'uso sportivo" nella seconda metà di questo secolo se ne aveva fatto un originalissimo palazzetto dello sport, famoso in tutto il mondo per il bellissimo parquet ad assi incrociate. Purtroppo alla sua chiusura non venne accolto l’invito da più parti rivolto alla sovrintendente Margherita Asso depositaria dell’uso del monumento: così quella che poteva diventare la Hall of Fame europea è tornata nell’oblio. |
È stata destinata in un primo tempo a contenere lapidi per poi perdersi e cercare di trovare una collocazione: ora pare che questa ostinata e prolungata offesa alla città e ai veneziani stia per essere corretta. Certo avendo perso il respiro internazionale - ma, grazie al lavoro dell'architetto Giovanni Battista Fabbri, recuperando almeno gli spazi ad un uso cittadino di spessore artistico: al piano terra dovrebbe trovare posto il CIAM (Centro d'informazione e di ascolto musicale) mentre il piano superiore verrà adibito a sala auditorium per musica sinfonica e da camera (ed altri eventi culturali). Venezia potrà riutilizzare questo straordinario monumento storico-artistico, e la Scuola tornerà a vivere dopo vent’anni di oblio in attesa di destinazione. |
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