Editoria
veneziana/ 1
Una delle grandi rivoluzioni nella storia dell’uomo
e del suo pensiero trova la leva nella stampa a caratteri mobili.
Quasi per convenzione la storia assegna il ruolo di “inventore” a Johann Gensfleisch di
Gutenberg, 1394 (?) – 1468. In realtà, in
Cina già nel 1041 si sperimentava un sistema tipografico con
blocchetti di creta mobili (uno per ogni ideogramma) che venivano
accostati secondo le esigenze, incollati a un telaio e quindi
inchiostrati ed in Corea all’inizio del 1400 erano apparsi caratteri
mobili in metallo.
Quindi a “Gutenberg” resta il
merito di aver saputo presentare la sua
“scoperta” nei luoghi giusti e nel momento giusto perché venisse
riconosciuta e chiamasse attorno a se gli investimenti necessari.
E che il momento fosse maturo viene dimostrato dal fatto che nel 1459
la stampa era entrata a Strasburgo, nel 1460 a Bamberga. Nel 1464
è la volta di Colonia, nel 1468 di Basilea, Costanza, Augusta,
nel 1469 di Norimberga. Nel 1470 di Beromünster.
Gutenberg nel 1452 iniziò a comporre la Bibbia Latina “delle 42
linee” (42 erano le righe di stampa) detta anche Bibbia
Mazarina,
perché il primo esemplare descritto in una biblioteca è
quello custodito presso la Biblioteca
Mazarine di Parigi.
La Bibbia, completata da altri due tipografi solo nel 1456, presenta
1282 pagine e circa 3.800.000 lettere su due colonne. Ne furono
stampate 150 copie su carta e 34 su pergamena. Costava metà
prezzo di quella manoscritta. Oggi se ne conoscono solo 41 copie, di
cui 12 su pergamena.
|
Gutenberg,
prima di
diventare stampatore, viveva adattando il suo
ingegno alle necessità. Oggi orafo, domani produceva specchi per
i
pellegrini e aveva quindi dimestichezza con materiali quali piombo,
stagno, gesso. Così conosceva bene il mercato e la
qualità e il
potenziale della carta che si pensa venisse prodotta a Genova e
poi
portata a Strasburgo e Magonza a dorso di mulo.
La tecnica dei punzoni la conosceva perché era un orafo. Sua
è stata
“l'intuizione” di scomporre le
parole in singole lettere da combinare
tra loro. Dal manoscritto, infatti, si era passati alla tecnica
tabellare (ovvero all'impiego di tavolette di legno incise al rovescio
che venivano inchiostrate con tamponi e stampate pagina per pagina).
Ovvio che preparare le singole matrici era un lavoro lungo e non c'era
possibilità di stampare fronte-retro. Importanti studiosi
confutano
l’opera prima di Gutenberg, che per la B42 non avrebbe usato
“caratteri mobili”, ma “punzoni mobili”, perché gli mancavano i
finanziamenti e quest'ultima tecnica era meno costosa. Questi punzoni,
in argento, rame o ottone, venivano battuti con un martello su un'unica
lastra di metallo (matrice-madre), dalla quale, per colata di piombo,
si otteneva il testo, costituito da un unico blocco di metallo (tecnica
della metallografia)…..
La stampa a caratteri mobili nacque (quantitativamente) quindi in
Germania, ma è in Italia che si sviluppò in
quantità e in qualità. Il
carattere romano nacque qui a imitazione della scrittura degli
amanuensi italiani …
|
|
La stampa e l'editoria a
Venezia, archivi e biblioteche:
Marciana,
San Marco
Querini Stampaglia,
Santa Maria Formosa
Archivio di Stato,
Frari |
|