Editoria
veneziana/2
Opinione condivisa dalla maggior parte degli
studiosi è che i primi libri stampati in Italia videro la luce a
Subiaco nel 1464.
La città dove si sviluppò maggiormente la stampa fu
Venezia. Nella Serenissima c'erano in abbondanza capitali e
materie prime,
compresa la carta il cui costo incideva per più della
metà sul costo finale del prodotto.
E qui si offrivano agli stampatori le migliori occasioni di lavoro e di
arricchimento. Maggior concentrazione di proposte significava attrarre
tutta la committenza e il continuo confronto
miglioravano la qualità dei prodotti. A Venezia gli stampatori
giunsero da ogni parte d'Europa: dalla Germania (fino al 1480 la
presenza tedesca è preponderante, poi via via
diminuire) dalla Francia, come il famoso Nicolas Jenson, da
varie regioni italiane.
Le tirature andavano dalle poche centinaia di copie dei libri stampati
nei primi anni sino a tremila e più. Verso la fine del 1400 la
media era di mille/millecinquecento copie.
Nel 1500 si parla di 17.000
titoli, secondo altre valutazioni di 30.000 o addirittura di 50.000.
Per disegnare il quadro del momento storico è bene tener
presente alcuni dati: nel 1450 vi erano in Europa tra i 200.000 e
i 300.000 codici manoscritti.
In meno di 50 anni dalla comparsa della Bibbia di Gutenberg sarebbero
stati messi in circolazione tra 10 e 20 milioni di libri.
Si stima che sarebbero state tra 27.000 e 35.000 le edizioni di
incunaboli (così si chiamano i libri pubblicati sino al 31
dicembre 1500).
La risposta del mercato era stata dunque molto positiva: il libro di
quel periodo sembrava un codice ma costava molto meno.
La produzione editoriale di questi primi cinquant’anni vede in testa
l’Italia con il 40% delle edizioni, seguita da Germania (31%) e
Francia con il 16%.
E all’interno del paese leader nell’innovazione c’era una
città leader: Venezia (quale terribile confronto con la
realtà odierna).
Alla fine del 1400 Venezia
stampava il 50% (secondo alcuni studiosi
addirittura il 70%) della produzione italiana e "entro la fine
del
secolo, circa 150 torchi veneziani avevano prodotto oltre 4.000
edizioni, pari a quasi il doppio della produzione di Parigi, la
più
immediata rivale di Venezia in questo campo"
Riportata ai giorni d’oggi si tratta di una Sillicon Valley
all’ennesima potenza.
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Venezia
rimarrà sino alla metà del 1500 il
principale polo europeo del libro |
Il ruolo di Venezia
in 50 anni di diffusione della stampa è fondamentale |
1450 = 200.000
codici
1500 = 10-20 milioni di libri
1456-1500 = 30.000 edizioni
1500-1600 = 300.000 edizioni
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Ovviamente in questo panorama si sviluppa anche il genio di un artista
che segna la storia della stampa quanto e più di Gutenberg
determinando
i primi (e talvolta ancora insuperati) crismi per la stampa di
qualità: Aldo Manuzio.
Manuzio nasce a Bassiano (Velletri) nel 1450. Uomo di grande cultura
esercita il ruolo di tutore dei principi di Carpi nel 1480, e docente
all’università di Ferrara negli anni seguenti. All’inizio degli
anni
’90 si trasferisce a Venezia. I suoi ventiquattro anni seguenti
lasciano il segno nella storia dell’uomo: codifica la
leggibilità dei
caratteri di stampa, dei rapporti tra lo spazio stampabile e la
comprensione del testo, disegna i caratteri corsivi , stabilisce e
impone la misura dell’ottavo (9 x 15 centimetri ) come misura per il
libro... ma non si accontenta: Aldo diventa ben presto famoso per
la
sua capacità di curare il rapporto tra la qualità del
contenuto e
l’estetica.
Le edizioni di Aldo Manuzio (le "aldine") rappresentano un mito per
qualsiasi bibliofilo.
Suo anche il primo catalogo: «I primi cataloghi di una casa
editrice
recanti il prezzo di ciascun volume furono quelli pubblicati da Aldo
Manuzio nel 1498...» (Steinberg
1982, p. 100).
Codifica la presenza del marchio e il suo logos (ancora e delfino) e il
motto "festina lente" diventano ben presto famosi in tutta Europa
e
sono il primo esempio di marchio nell’accezione ancora oggi utilizzata
(non per nulla il logos diviene marchio, marchiato come lo era la
stampa).
Ci sono ancora dubbi sulla assoluta originalità e
genialità del
personaggio? Allora aggiungiamo anche che Manuzio sembra essere il
primo editore a numerare le pagine: la numerazione delle pagine
diventò
d’uso corrente a metà del secolo XVI.
Quali erano i testi che Manunzio editava nella sua tipografia? Le
edizioni delle opere di Aristotele, di Platone, di Aristofane, di
Poliziano e di traduzioni dal greco e dal latino. Fu anche autore di
grammatiche classiche, di un trattato di metrica…
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