Editoria
veneziana/3
Archivio di Stato
Nella Repubblica di Venezia non si è mai
avvertito il bisogno di riunire gli archivi in una unica sede eppure la
quantità di carta stampata o scritta era di mole assolutamente
straordinaria: alla morte della Serenissima fu
compito degli occupanti (francesi, prima, e austriaci, post
Campoformido), affrontare il tema che per l’amministrazione era uno dei
tanti problemi di gestione di una realtà così diversa da
quella che era vissuta nel loro mondo.
L’imprinting dalla schematizzazione venne dal bibiofilo Napoleone che
iniziò ad avviare il progetto per concentare le carte in tre
distinte sedi, la prima per l'archivio politico, la seconda per
l'archivio giudiziario ed infine una per quello finanziario. |
Nel 1814, ritornata Venezia
sotto l'Austria, il governo austriaco
dispose una più “banale” soluzione unitaria e l'anno dopo
istituì
l'Archivio generale veneto.
L'Archivio trovò
sede stabile dal 1822 presso i
Frari (l'ex convento dei Frati Minori conventuali), la stessa di oggi.
L'organizzazione dell'Archivio generale ai Frari aveva
l’obbiettivo, di
ricostruire attraverso la disposizione materiale delle carte prodotte
dalle magistrature veneziane il disegno costituzionale della Repubblica
Veneta. Agli archivi della Repubblica si aggiunsero le carte degli
uffici centrali e periferici con sede a Venezia, dei governi successivi
al 1797 (caduta della Repubblica Veneta) ed altri archivi come quelli
delle corporazioni religiose soppresse da Napoleone, quello notarile e
molti altri ancora di diversa natura istituzionale, fra cui archivi
privati, di confraternite, corporazioni, consorzi.
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La
stampa e l'editoria a
Venezia, archivi e biblioteche:
Marciana, San Marco
Querini Stampaglia,
Santa Maria Formosa
Archivio di Stato,
Frari
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