La
chiesa di
San
Stae è una rarità a Venezia: si presenta con la
facciata e il campo prospicente al Canal Grande.
Come capita solo per
la
chiesa della Salute. Sant'Eustachio
- in veneziano Stae- aveva assunto il ruolo di parrocchia già
nel 1127, e la chiesa ha subito molti
rifacimenti tra i quali quello che nel XVII secolo, per progetto
dell'architetto
Giovanni Grassi,
ne modificò l’orientamento,
ruotando la facciata verso il Canal Grande.
Per l'occasione, più unica che rara, venne chiamato a disegnare
la facciata uno dei più importanti architetti del momento,
Domenico Rossi, uno svizzero trasferito per amore nella
Serenissima.
I
soldi per l'imponente opera vennero donati dal doge
Alvise Mocenigo,
che è sepolto al centro della chiesa.
L’ispirazione artistica è palladiana e si caratterizza
per
la luminosità dell’interno, dovuta alle grandi
finestre semicircolari.
Nel presbiterio sono conservati i dipinti degli apostoli
commissionati ai
maggiori artisti del Settecento grazie ad un lascito di
Andrea Stazio.
Fra questi, di grande
rilievo: San Giacomo condotto al
Martirio
di
Giambattista Piazzetta, il
Martirio
di San Bartolomeo eseguito da
Giambattista
Tiepolo e
la
Liberazione di San Pietro di
Sebastiano
Ricci, tutti della prima
metà del secolo XVIII.
Sempre nella sacrestia:
Sant’Eustachio
in
prigione di
Bartolomeo
Litterini
(inizi XVIII secolo) e
L’imperatore
ordina di sacrificare agli idoli di
Giambattista Pittoni (inizi XVIII
secolo). Nel primo altare a sinistra i
Santi
Caterina e Andrea di
Jacopo
Amigoni (inizi XVIII secolo).