1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16









Galleria di immagini e coriandoli in soasa







L'area marciana, ovvero la rappresentazione della Venezia più snob, dell'anima della città che ama attrarre, vanitosa, che pretende attenzione spalancando le bellezze più rare,  ma poi altezzosamente si nega, celandosi dentro un velo d'acqua alta o scatenando pensatori pigri e speculativi che ne chiedono la protezione assoluta nel cellophane del non fare per non disfare, del non usare.
Sono passati molti anni dal concerto dei Pink Floyd, un evento che scatenò le ire degli amanti di Venezia e provocò la chiusura della piazza ai grandi eventi.

Sull'onda dell'emozione profusa, ancora oggi, i concerti, le proiezioni, gli spettacoli vengono proposti, ma gli spettatori debbono essere muniti di cuffie e di pattine. A distanza di anni (era il 14 luglio 1989, sabato) ci si può ancora rallegrare che non ci siano stati morti tra quei 400mila ospiti giunti in una città in festa (era il Redentore)
senza che fosse predisposto un progetto adeguato, senza che ci fosse una pianificazione, una toilette aggiunta, un bicchiere d'acqua offerto.
Fu fortuna e la genetica cultura dell'ospitalità, ché già dalla mattina i venexiani in barca (alla conquista del miglior posto in bacino), colsero i prodromi del pericolo e cercarono i rimedi.







Mentre Sovrintendente alle Belle Arti e Sindaco “commissariato”  (in fuga a Cortina) si palleggiavano le responsabilità.
Quel giorno non è morto nessuno. Ma non pochi hanno rischiato. Certo che quel pericolo servì. Qualche fotografia dell’immondizia. Un figurante spedito a fingere una minzione contro la Basilica e Venezia – appena risalita tra le capitali mondiali della cultura – si ritrovò nel ruolo che le è stato ritagliato da un secolo: scenografia per l’album dei ricordi (davanti) e discarica (sotto il tappeto chiamato Marghera).












Google