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Neve.
Affascinante colorazione di una città che vive di colore, di
sfumatura e di contrasto,
Capita raramente a Venezia che la neve "tachi",
che resti attaccata a coppi e masegni in terra. Quando succede - per
poche ore - il fascino dei marmi decuplica. Il taglio di colore diventa
la
lama di confronto tra la terra -evocata dai mattoni a vista- , il
marmo che si pregna di specchi cristallizzati e le
colorazioni pastello degli intonaci, immote da secoli. In
venexiano: fassada,
affacciata, apparenza. Perché a
Venezia ciò che si presenta è affacciato al mondo, sia
esso un muro o
il volto da presentare in giro per le calli. Ove non ci sono scatolette
in plastica a difendere da incontri casuali.
Dopo la favola del fiocco di neve (che si poggia sul cristallo nel
mare)
resta il pericolossissimo ghiaccio. Per poco. Poi diventa polvere
grigia. E si dissolve. Senza poesia. Lasciando la scena alla forza del
Colleoni. |